L'eresia nel '600

Nel corso del Seicento ricorsero sovente i lamenti nel Consiglio per i contatti sempre mantenuti dalle famiglie con gli esuli e per l'incapacità dimostrata di non riuscire a indurre alcuno dei fuggiaschi a fare ritorno in patria e alla vera religione. Quei "perversi cittadini" che andarono ad abitare a Ginevra non cessarono "di procurar con lettere e ambasciate a pervertire persone con false esortazioni e lusinghe".

Dagli scarsi e incompleti documenti archivistici sulla materia, sembra che nel corso del Seicento il pensiero eterodosso si fosse gradualmente insinuato negli strati più umili della società, sopratutto fra i ceti già oppressi dalla crisi economica conseguente alla guerra dei Trent'anni. Ma anche la nobiltà continuò a mostrare i segni dell'inquietudine cinquecentesca, creando non pochi imbarazzi all'interno dello stesso Consiglio Generale.

4 aprile 1668:

l'Offizio sopra la Religione dovette esaminare un caso "importante e geloso". Era giunta infatti voce che "Scipione del già Nicolao Tucci [famiglia nobile e partecipe alla vita pubblica] et altro suo fratello fossero stati nella città di Ginevra, et abbino intentato di mutar religione, benché per qualche motivo non siano stati ammessi".Sodini,C.,  Stampa e fermenti ereticali nella prima metà del seicento lucchese , in "Rivista di Archeologia Storia Costume", anno XVIII, lug.-dic., 1990, p.135-136

I governanti lucchesi, seguendo un'antica consuetudine, cercarono con fermezza di reprimere il male alla "radice storica" di tutti i loro problemi, con una stretta sorveglianza sulla diffusione della stampa e sulle attività tipografiche locali. Il primo veicolo delle idee riformate erano stati i libri, ed erano ancora questi a creare le maggiori difficoltà.

Nella corso del Seicento si ebbero ben due casi di stampatori lucchesi coinvolti in processi per eresia, come altri lavoratori del settore. Un certo grado di cultura, i consistenti vantaggi economici del commercio di libri proibiti, i frequenti viaggi, rendevano questa categoria esposta ai rigori della censura ecclesiastica e civile.

L'eresia a Lucca nel '500

Indietro