Aonio Paleario
Nato a Veroli verso il 1503, visse a Roma e a Perugia. A
Padova e a Siena compì studi letterari, filosofici e teologici. Fu precettore presso
famiglie nobili. Insegnò eloquenza a Lucca dal 1546 al 1555 e a Milano sino al 1567-68.
Sospettato di aderire a dottrine protestanti fu denunziato all'Inquisizione diocesana a
Siena nel 1542 e nel 1559 a Milano, ma entrambe le volte riuscì a sfuggire alla condanna.
Nel 1567 fu citato di nuovo davanti all'Inquisitore di Milano, e poco dopo arrestato per
ordine del Sant'Uffizio. Tradotto a Roma, fu rinchiuso nel carcere di Tor di Nona nel
settembre 1568. Il suo processo durò sino al 30 giugno 1570. Sottoscrisse una
ritrattazione ma rifiutò di sottostare alla pubblica abiura in Chiesa. Il 30 luglio fu
impiccato e poi arso quale eretico non ostinato. Le opinioni del Paleario conformi a
quelle dei riformati appaiono nella sua opera Actio in pontefices romanos et eorum
asseclas. Altre opere: De immortalitate animorum, composto tra il 1530 e il
1534; De laudibus eloquentiae.